Pubalgia, questa sconosciuta

La parola “pubalgia” significa dolore (algia) in corrispondenza del “pube”. Il dolore è di carattere muscolo-tendineo, definito come fitta o bruciore, normalmente localizzato ma in alcuni casi tende a irradiarsi verso la pancia o l’interno coscia.

Il QUADRO CLINICO della pubalgia è caratterizzato da dolore e impotenza funzionale. In genere parliamo di un dolore che si acutizza dopo il movimento e che può compromettere anche le normali attività di vita quotidiana come il camminare, il vestirsi, il salire e scendere le scale.

Il dolore, si manifesta in particolare alla mattina al risveglio o all’inizio degli esercizi fisici, per poi scomparire dopo il riscaldamento. Nelle sue fasi più avanzate e gravi, durante lo svolgimento dell’attività sportiva il dolore si può presentare all’improvviso e in modo tanto intenso da impedirne la continuazione e rendere difficile anche la semplice deambulazione.

È una problematica multifattoriale. Il numero così ampio di CAUSE è dato principalmente dalla sede interessata, infatti il pube è sede inserzionale di numerose strutture muscolo tendinee che appartengono a distretti corporei differenti (es. addominali e retti). Le cause più frequenti sono riferite al sovraccarico funzionale dove una serie di piccoli traumi ripetuti continuamente possono creare alterazioni a livello pubico, dove si inseriscono i tendini. A loro volta, le cause del sovraccarico sono date da vari fattori come:

  • uno squilibrio muscolare
  • la postura
  • il tipo di sport
  • problemi alla colonna
  • ernia inguinale
  • operazioni effettuate in regioni prossime al pube

È compito dell’ortopedico scrivere la diagnosi, e dovere del fisioterapista in campo riabilitativo e dell’osteopata in campo preventivo e posturale dedicare una valutazione iniziale al fine di studiare la strategia migliore per far star bene il paziente nel minor tempo possibile.

Ne soffrono soprattutto gli sportivi o che giocano su superfici diverse (es. Tennista) o che compiono movimenti multidirezionali (es. Calco e Hockey). È comune maggiormente negli uomini e di solito colpisce prevalentemente l’arto dominante. Può presentarsi sotto 3 distinte forme:

  1. Malattia degli adduttori o tendinopatia inserzionale,provocata in particolare da movimenti veloci di aggiustamento posturale che possono provocare uno stiramento dei muscoli adduttori della coscia
  2. Osteo-artropatia pubica o sindrome sinfisaria,generata in genere da sovraccarico dovuto a sollecitazioni croniche ripetute
  3. Sindrome della guaina del retto femorale,conseguente di solito a un trauma

Pubalgia in gravidanza? Il dolore si avverte soprattutto negli ultimi mesi. Questo perché è prodotto da 2 fattori che sono il peso del bambino sui muscoli addominali e la secrezione ormonale di “relaxina” che dà un aumento dell’elasticità alla sinfisi pubica.

RIMEDI E APPROCCIO OSTEOPATICI E FISIOTERAPICI AL PAZIENTE

La cura migliore nella prima fase è la riduzione dell’attività fisica e agonistica e fondamentale sarà anche il controllo del dolore e dell’infiammazione utilizzando oltre alle tecniche manuali anche trattamenti fisioterapici con elettromedicali (Tecar e Laserterapia).

Nella seconda fase, l’osteopata penserà ad un iter riabilitativo adatto alla storia clinica del paziente e basato su tecniche di terapia manuale (rilascio muscolare), manipolazioni fasciali e articolari associati ad una riabilitazione fisioterapica funzionale con esercizi di rinforzo, allungamento e mobilità mirati sulle possibilità del singolo paziente.

Generalmente il trattamento per pubalgia prevede una stretta collaborazione, soprattutto per gli sportivi, da parte di più operatori come Osteopati e Fisioterapisti ma anche Ortopedici e Podologi; sarà fondamentale per la corretta guarigione e risoluzione del problema.

Fondamentale sarà a livello OSTEOPATICO

  • Ristabilire e migliorare le alterazioni trovate a livello del bacino (asimmetrie, limitazioni articolari e fasciali)
  • Rilasciare ed inibire la muscolatura adduttoria (maggiormente sul muscolo adduttore lungo), ileopsoas, muscolatura quadricipitale
  • Lavorare sulla ricerca di equilibrio e di funzionalità tra diaframma e pavimento pelvico
  • Lavorare sullo schema del paziente tramite la ricerca della disfunzione somatica prioritaria

Fondamentale a livello FISIOTERAPICO

  • Allungare e rilassarela muscolatura adduttoria della coscia
  • Rinforzare la muscolatura addominalesoprattutto del retto addominale, la muscolatura adduttoria con esercizi eccentrici e concentrici
  • Riabilitazione propriocettiva e core stability
  • Esercizi di allungamentodella catena cinetica posteriore

BIBLIOGRAFIA

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Francesco Petrucci

Diploma Italiano in Osteopatia (D.O.)

Laurea a valenza internazionale  “Bachelor of Science in Osteopathy” (B.Sc. Ost. (Hons.) UK)

presso la University College of Osteopathy (UCO) di Londra

Assistente docente presso Accademia Italiana di Medicina Osteopatica